Rai Commerciale: Una operazione da respingere

Con l'incontro di giovedì, 19 giugno, si sono interrotte le trattative sulla costituzione di Rai Commerciale attraverso la cessione di ramo d’azienda di Rai e la cessione di ramo d’azienda da Rai Net verso Rai.

L’azienda si è resa indisponibile a tutte le richieste sindacali:

1) non ha accettato di spostare la procedura per consentire, come è stato richiesto formalmente, un incontro preventivo sul Piano Industriale alla presenza del Direttore Generale.Condizione imprescindibile per i sindacati che, nella situazione data (sottrazione dal canone di 150 milioni di euro), sono fortemente preoccupati per la tenuta del Gruppo e per qualsiasi operazione che esponga i lavoratori o settori aziendali alla cessione.

2) Non si è detta disponibile ad attivare procedure di adesione volontaristica dei lavoratori alla nuova azienda.

3) Non ha dato disponibilità, ultimo tentativo sindacale di conciliare le esigenze delle parti, a inserire una clausola di salvaguardia per i lavoratori (rientro volontaristico in Rai) in caso di vendita all’esterno di una quota (1%) di Rai Commerciale ai privati o a terzi.

Tale richiesta nasceva dalla preoccupazione, fortissima anche nell’assemblea svoltasi il 19 mattina, che la nuova azienda, oggi controllata 100% Rai (come Rai Way), col nuovo Piano Industriale potesse essere ceduta a soggetti terzi o addirittura al controllo dei privati.
Durante la discussione sono usciti fuori una serie di ragionamenti, presente anche il nuovo Amministratore Delegato di Rai Commerciale, che hanno segnato con più profondità le distanze tra azienda e sindacati.

1) Rai Commerciale non avrà una convenziona con Rai che preveda la copertura economica della Capogruppo per sostenere l’equilibrio dei costi. Sarà la stessa Rai Commerciale che attraverso la propria attività realizzerà utili per il proprio sostentamento economico, con un contratto di servizio che stabilisce le quantità da rimettere a Rai a seconda delle diverse attività commerciali.

Questo significa che Rai Commerciale dovrà autosostenersi sulla base di una attività commerciale legata essenzialmente ai contenuti prodotti dalla capogruppo e alle convenzioni!!!

2) Le convenzioni con enti dello stato: ministeri, presidenza del consiglio, regioni, comuni, province etc sono l’altro elemento che preoccupa. Queste entrate, infatti, afferiscono direttamente all’attività di servizio pubblico.
La domanda conseguente è, se Rai Commerciale non sarà a totale controllo pubblico successivamente alla cessione, le convezioni potranno rimanere tra le sue attività?

Su questo tema ci sono dubbi di legittimità, ed avendo la direzione commerciale, oggi, entrate da convenzione per circa metà del “proprio fatturato” , si potrà ben capire da dove nascono i dubbi sindacali a sostenere un processo di cessione così stabilito.

3) L’azienda ha poi affermato che tale progetto porterà Rai Commerciale ad essere un asset fondamentale dell’attività della Rai, tanto da far ipotizzare per i lavoratori che ne faranno parte incentivi e premialità discrezionali dell'azienda.

Ci sentiamo, invece, di rassicurare, almeno dal punto di vista occupazionale, quei colleghi di Rai Net che, esattamente come è accaduto per i lavoratori di Rai Trade e Rai Sat, stanno rientrando nella capogruppo.
In questo caso si pone solo la questione della propria collocazione professionale, tema però che accomuna tutti i soggetti che stanno vivendo questa operazione che continuiamo a ritenere, almeno temporalmente, sbagliata.
Davanti a questa serie di dubbi e di indisponibilità aziendali le scriventi OO.SS. hanno scelto, in data odierna, di non sottoscrivere l’Accordo.
La mancata firma non impedisce alla Rai di procedere nella cessione.
E' nelle prerogative aziendali estendere le garanzie individuali di rientro nella capogruppo, in linea con quanto si è definito in accordi precedenti che riguardavano la costituzione di aziende controllate (eviti, la Rai, di utilizzare tale argomento come ricatto nei confronti delle organizzazioni sindacali).
E' prerogativa del sindacato assistere i lavoratori e verificare che le procedure siano state attuate correttamente, anche verificando se sussistono realmente i termini per una cessione di ramo d’azienda.
Nei prossimi giorni verificheremo la situazione e svolgeremo assemblee con i lavoratori interessati.

Roma, 20 giugno 2014

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