Nota sulla digitalizzazione

Il giorno 18 giugno 2014 l’Azienda ha convocato le parti sindacali per presentare l’avanzamento del progetto di digitalizzazione che investe interventi sia nel settore della produzione che in quello impiegatizio. Come ovvio tutti i presenti hanno apprezzato che in un momento tanto delicato per la nostra Azienda ci sia comunque l’intenzione di guardare avanti, perché certamente il passaggio al digitale è un notevole vantaggio in termini qualitativi per la Rai. Su questo non ci sono dubbi.

Quello che però ha convinto meno, ed è quanto in ordine sparso abbiamo espresso, è la tempistica della comunicazione. Per il settore giornalistico, infatti, questo progetto è stato illustrato con largo anticipo rispetto alle sigle sindacali, inoltre, guardando le slide, appare chiaro il rischio che il tutto si risolva come l’ennesimo depauperamento delle professionalità non giornalistiche. E su questo qualche perplessità l’abbiamo.

Che le redazioni siano divenute arcaiche per il loro modo di produrre notizie è chiaro a tutti e nessuno si è mai opposto ad un cambiamento in tal senso. Il dubbio espresso, anche tramite la commissione incaricata, riguarda le conseguenze che un tale switch avrà sulle varie figure professionali interessate. Preferiamo preparare una strategia piuttosto che trovarci costretti ad inseguire gli eventi. Siamo sicuri che la digitalizzazione aprirà nuovi spazi lavorativi ma di questo si deve discutere prima che il tutto trovi compimento.
Il Sindacato è d’accordo ad incontrare l’Azienda per discutere la questione in maniera costruttiva, ma tutto questo deve svolgersi con chiarezza e trasparenza a partire dal nuovo pano industriale.
Non si può affrontare un discorso che ha come fondamenta una riorganizzazione generale se prima non si conoscono le linee guida riguardo il nostro futuro. Il nuovo piano è atteso e di quello chiediamo chiarificazione.
Restiamo disponibili verso l’Azienda per rimodulare l’organizzazione interna del personale e verificare entro quali confini lavorativi saranno interessate le nuove figure professionali.
Parlarne al momento, non conoscendo se quelle stesse figure saranno ancora contemplate nel nuovo piano industriale, sinceramente non avrebbe senso.
La UilCom, insieme a CGIL, UGL, SNATER e LIBERSIND, ha chiesto di essere convocata dal Direttore Generale per porre questi problemi alla sua attenzione e ricevere, speriamo, qualche risposta esauriente