Ad ognuno il suo lavoro!

La qualità della ripresa televisiva, uno degli aspetti fondamentali della produzione, viene messa in discussione dal comportamento aziendale che, superando in alcuni casi la mansione dell’operatore, ne danneggia l’immagine dal punto di vista professionale, portando la qualità del prodotto in una direzione non degna di un prodotto tv di servizio pubblico.
Ci sono eccezioni codificate con accordi sindacali: ad esempio la figura dello specializzato delle sedi regionali che ha acquisito, qualche anno fa, l’accessorietà della mansione per quanto riguarda il posizionamento delle camere e la ripresa di scene semplici e statiche; la situazione è stata poi superata dalla realtà produttiva molto più complessa dai ritmi delle sedi regionali al tempo dell’accordo.

Oggi la situazione sta evolvendo in una direzione frammentaria e, a nostro avviso, fuori controllo, poiché a guidarla non è una pianificazione aziendale di evoluzione professionale concordata con le OOSS, ma le singole realtà produttive (Centri di produzione, Sedi, Reti e addirittura singole Redazioni) in un caos sull’attività di ripresa che si ripercuote sul prodotto e sulla serenità di ogni possibile futura evoluzione della professione .
Nell’ultimo rinnovo contrattuale è stata prevista anche la figura del videomaker che accorpa “ripresa, regia e montaggio” nell’ottica della realizzazione di un prodotto completo a basso costo destinato a piccole produzioni e non di una dequalificazione del lavoro dell’operatore di ripresa!
La realtà supera in tanti casi e senza NESSUN ACCORDO SINDACALE queste eccezioni.

L’azienda sta, infatti, mettendo in condizione lavoratori con mansioni differenti da quella dell’operatore a fare attività di ripresa, sia nelle news che nella produzione.
Tutto ciò nonostante la grande disponibilità degli operatori di eseguire attività di ripresa anche con apparati differenti dalle normali camere broadcast.
La riduzione del numero dei direttori della fotografia ha comportato, oltre che alle difficoltà di mantenere un alto livello di qualità dell’immagine, la riduzione drastica delle aspettative di crescita professionale degli operatori di ripresa anche per il protrarsi dei c.d. “facente funzione” per troppi anni.

Solo grazie al grande spirito di sacrificio dei colleghi si evitano sovente cadute della qualità del prodotto, pur vedendo questi impedito il giusto riconoscimento professionale per la categoria, e un adeguato livello retributivo e contrattuale (principio peraltro chiaramente statuito sia dalla legge, che dalla contrattazione collettiva).
La scrivente Rsu chiede all’azienda il rispetto degli accordi e di rimuovere immediatamente le irregolarità che si stanno verificando nel CPTV di Roma.

La RSU Dir. Produzione TV di Roma