I lavoratori RAI vogliono rispetto!

Inaccettabile la posizione delle testate giornalistiche e dell’editore che, nei telegiornali dell’11 giugno 2014 andati in onda in forma ridotta, invece di dare completa notizia delle motivazioni dello sciopero del 75% dei lavoratori della RAI assieme ad alcuni giornalisti (presenti nelle 21 piazze d’Italia in difesa del servizio pubblico radiotelevisivo e dei livelli occupazionali), hanno comunicato agli utenti di radio e tv le motivazioni per le quali l’UsigRai ha scelto repentinamente di sfilarsi dallo sciopero dopo averlo spinto ad arte, addirittura criticando chi ha mantenuto lo sciopero.

Con tale sistema la vera notizia è passata solo parzialmente e per volontà dei singoli Cdr o giornalisti.
La RAI non è dell’Usigrai!
I lavoratori RAI, a differenza dell’USIGRAI, hanno dato prova di esserci e di tenere all’azienda ed al suo futuro.
I lavoratori RAI sono scesi in sciopero in massa in difesa del presidio territoriale e della diffusione dell’informazione capillare che solo il servizio pubblico potrà garantire.
I lavoratori RAI non hanno ben capito cosa il Governo e/o la Rai avrebbe garantito all’USIGRAI, ma sanno leggere e comprendere ciò che è scritto nel DL 66/2014 che oggi verrà convertito in Legge (con voto di fiducia). Verba volant, scripta manent.
I lavoratori RAI hanno ascoltato e ben compreso quanto i membri del CDA RAI hanno dichiarato in Commissione di Vigilanza Rai fino a ieri e non sono certo affermazioni tranquillizzanti.
Come OO.SS. chiediamo un chiarimento all’editore rispetto all’accaduto e alle modalità con cui l’UsigRai ha lanciato una comunicazione propria durate una iniziativa di lotta di altri sindacati.


SLC CGIL UILCOM UIL UGL TELECOMUNICAZIONI SNATER LIBERSIND CONF.SAL