Risposta al direttore Mucciante (Radio2)

Gentile Direttore di RADIO2 Flavio Mucciante, la Sua lettera di risposta alle OO.SS. in seguito al comunicato del primo Agosto ci lascia sorpresi e preoccupati, tanto per i toni quanto per gli argomenti utilizzati.

 

Che la Radiofonia abbia subito un taglio inaspettato del budget, rendendo la programmazione del palinsesto estivo difficoltosa, è cosa nota. Comprendiamo quindi le difficoltà di chi, come responsabile della linea editoriale, deve fare i conti con le risorse economiche a disposizione. Che si tenti però di far passare una selezione musicale (tipo filodiffusione) come “Juke box all'idrogeno” per un programma sperimentato e di successo è, da parte sua, pretendere troppo. Lei si appella al gradimento del pubblico. A noi verrebbe da chiederle a quali dati si riferisce, forse ai 278 "like" sulla pagina facebook avuti dal 6 dicembre 2011 ad oggi (tanto per chiare i numeri: 72.562 per “610” e 28.209 per “Moby Dick” ). Siamo convinti che, in questa fase di “spending review”, sarebbe stata comunque possibile una sintesi migliore tra le esigenze di risparmio e la garanzia di un minimo di programmazione “in diretta” anche nella giornata di ferragosto, doverosa per un canale Nazionale (tanto più per la RAI), vista la vocazione di intrattenimento intelligente e giovane di Radio2.

Per quanto concerne invece il ruolo della RAI come Servizio Pubblico, ci limiteremo a riportarLe quanto detto dal ministro Catricalà recentemente a proposito della RAI e del suo ruolo di servizio pubblico: “il pubblico deve avere la percezione che tutti i canali Rai sono canali di servizio pubblico e che tutta la programmazione risponde, con coerenza, alla logica di servizio pubblico”. L’abbonato che paga il canone, aggiungiamo noi, non può avere la percezione di usufruire di un servizio erogato in forma variabile, ridotta per condizionamenti economici o “ambientali".

Detto questo non sta di certo a noi giudicare la qualità delle Sue scelte editoriali ma, a fronte di quanto

 esposto nella presentazione del cantiere radiofonia, non possiamo non denunciare un'evidente discrasia all'interno di questa azienda. Riteniamo infine che le Sue conclusioni in cui immagina un Sindacato che interviene soltanto in occasione della tutela dei cosiddetti “superfestivi”, siano soltanto provocazioni dovute ad una visione non coerente di tutti i costi effettivi aziendali. Ci auspichiamo di aver argomentato quelle che sono le nostre perplessità e speriamo che Lei apprezzi la nostra voglia di un confronto aperto e mai pretestuoso. Ricordiamo poi che tanto bisogna fare ancora per un vero rilancio della Radio.

 

 

                                                                                                                                  Le Segreterie Nazionali

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